Ripresentazione di articoli apparsi nello storico periodico "S. Alfonso" edito dalla comunità redentorista di pagani dal 1930 al 2014.
Anno I.
2 Settembre 1930
N. 2
I lavori della Basilica
La solenne cerimonia dell'inizio dei lavori
pp. 33-42
Il pomeriggio del 1° agosto era atteso febbrilmente a Pagani: atteso da quanti hanno a cuore il culto al glorioso S. Alfonso M. dei Liguori e la passione all’arte, Era fissata la cerimonia inaugurale dell’inizio dei grandiosi lavori della Basilica del Santo in Pagani . Le prime quattro imponenti colonne monolitiche di bianco - calacatta, ciascuna del peso di 5 tonnellate, opera esimia della rinomata Società Marmifera Nord - Carrara, erano già pronte con il loro luccicante splendore e con la gentilezza delle loro tinte alabastrine, in attesa di ricevere la benedizione di Dio e l’omaggio del popolo : in tal maniera potevano segnare l’inizio di un grandioso e storico fatto che dovrà attestare la grandezza della Fede e la bellezza dell’arte. Perciò si conveniva dare un’impronta di solennità a tale fatto, ed in realtà si ebbe anche superiore alla comune aspirazione. Ci piace esporla in una fedele memoria di cronaca.
In quell’ora la Basilica, sebbene ingombra dell’impalcatura in legname, presentava un aspetto di vera letizia festevole. In alto dell’altare Maggiore, in un trono di drappi serici ed in un nembo di fasci di lune elettrica, risplendeva la sorridente statua di S. Alfonso: si era proprio alla vigilia della ricorrenza della sua festività. Si erano costruite alle parti laterali due grandi tribune, riservate alle Autorità ed agli invitati distinti, che numerosi parteciparono alla sacra cerimonia. Alle 6 pom. il Tempio era letteralmente gremito: presentava un colpo d’occhio suggestivo per la meravigliosa fusione di sacerdoti e di borghesi, di autorità e di popolo, di industriali e di operai: stupenda fusione, che ben rivelava la profonda morale unità degli animi, che sempre hanno saputo produrre nei secoli gli eletti di Dio, ed in ispecie S. Alfonso M. dei Liguori.
Facciata della Chiesa di S. Alfonso durante i lavori
Impalcature
Sistemati tutti al proprio posto, le prime note dell’organo ed il Cantico «Ecce Sacerdos» del Bottazzo, eseguito dalla Schola Cantorum, diretta dal Prof. Gaetano Smaldone di Angri, indicavano l’inizio della sacra cerimonia. L’E.mo Arcivescovo Primate di Salerno D. Nicola Monterisi, in ricchi, abiti pontificali, assistito dai PP. Redentoristi con a capo il loro M. R. Sup. Prov. P. Michele Mazzei, e seguito dagli Eccellentissimi Vescovi, Mons. Cesarano di Campagna, Mons. Romeo di Nocera e Mons. Dell’Isola di Cava e Sarno, si avanzava processionalmente dall’alto dell’altare maggiore verso l’ingresso della Basilica, dove erano collocate le colonne di marmo da benedirsi. Il rito sacro fu compiuto con tutto l’ordine voluto dalla Liturgia, sotto la direzione dei M. R. D. Vincenzo Striano, cerimoniere della Cattedrale di Nocera. Fu momento di commozione quando l’Ec.mo Arcivescovo Primate, faceva discendere l’acqua lustrale su quelle belle creature di marmo: quelle gocciole cristalline di acqua santa testimoniavano purtroppo la rugiada della benedizione divina, che implorammo
copiosa sui presenti e sui futuri lavori di restaurazione della Basilica di S. Alfonso. Compiuta tale cerimonia, fu data lettura della Pergamena - ricordo, miniata magistralmente dal giovane Sig. Alfonso Amandola, diplomato all’Ist. delle belle arti in Napoli: eccone il testo:
Il primo Agosto 1930 -- Con queste colonne di marmo bianco calacatta - delle celebri cave della Nord - Carrara ---- con la direzione del Comm. Gino Chierici Sovraintendente ai monumenti nazionali - s'iniziano i grandiosi lavori di restauro - di questa Basilica di S. Alfonso in Pagani - a ricordare il secondo centenario della fondazione - dell'Istituto dei Missionari Redentoristi - benedicente - il Primate di Salerno Arcivescovo Monterisi - e assistendovi con immenso popolo – ed autorità religiose, politiche, civili e militari - il Vescovo di Nocera dei Pagani Mons. Romeo -- il Vescovo di Cava e Sarno Mons. dell'Isola - l'Arcivescovo di Campagna, Mons. Cesarano, Redentorista -- il Provinciale P. Michele Mazzei ed il Rettore del Collegio di Pagani P. Parlato - sotto i fausti auspicii del Sommo Pontefice Pio XI -- del Re d'Italia S. M. Vittorio Emanuele III - reggendo i destini della Patria --- S. E. il Duce Benito Mussolini - della Provincia di Salerno S.E. Comm. Ottavio Dinali -- della Città di Pagani il Podestà Cav. Arturo Fazio -- e quelli. di tutta la Congregazione Alfonsiana il Remo Generale P. Patrizio Murray.
Gloria a Dio!
Indi cominciarono i discorsi ufficiali. Per primo parlò il Rettore dei Redentoristi di Pagani, il P. Biagio Parlato, che con commossa parola ebbe a rilevare che l’imponente massa di popolo raccolta nella Basilica stava a dimostrare l’omaggio di fede e di amore a quel Santo, che in vita sua, in un palpito ardente di carità, raccolse le aspirazioni ed i bisogni supremi di tutte le anime di qualsiasi gradazione sociale, dai Regnanti ai sudditi, dai Vescovi ai poverelli dei monti e dei campi. Espose l’ideale ed il programma dei recenti restauri, che saranno fatti per testimoniare sempre più la gloria imperitura di S. Alfonso che, con l’eroismo della sua santità e con il genio della sua scienza, onorò la Chiesa, la stirpe umana ed in ispecie il Mezzogiorno d’Italia infine ebbe a rivolgere sentite espressioni di ringraziamento alle Autorità, agli intervenuti ed al popolo tutto che, con slancio plebiscitario, erano velluti a dare la affermazione di plauso a quanto si sta per compiere per la maggiore glorificazione di S. Alfonso, specialmente dell’approssimarsi del 2° Centenario della fondazione della Congregazione dei Missionari Redentoristi, che fu la produzione più bella e più benefica del cuore di Lui.
Seguì S. E. Mons. Romeo: rievocò i fastigi della Congregazione dei Redentoristi ed affermò che S. Alfonso è gloria, presidio e pegno di salvezza per tutti. Rimarcò che la gloria più autentica della diocesi Nocerina è di possedere nella industriosa città, di Pagani la Tomba gloriosa del grande Dottore della Chiesa, S. Alfonso. Enumerò i tratti più salienti della vita di Lui, quando, sorretto dalla forza taumaturga del miracolo, si mostrò salvatore del popolo nei frangenti più calamitosi. Prova ne è tuttora la finestra deI Collegio di Pagani, dove il Santo, nella sua età nonagenaria, intenerito dai clamori del popolo, che si vedeva dinnanzi minacciante la terribile eruzione del Vesuvio, si fa trasportare sul seggiolone a ruote, dalla finestra impartisce il segno della S. Croce in direzione del Vulcano, ed all’istante si vede arrestare la lava vulcanica di distruzione e di morte.
Seguì il valoroso Avv. Comm. Marino Guerritore, l’illustre penalista del foro di Napoli, che sa far vibrare le passioni più potenti dell’anima sotto la battuta della sua eloquenza. Egli rievocò l’opera dei PP. Redentoristi, che hanno dato alla scienza, all’arte ed alla fede uomini insigni, come il P. Alessandro De Meo, storico classico del Reame di Napoli dell’età di mezzo, il P. Giuseppe Lordi, matematico illustre, che die’ al mondo scientifico i primi sistemi del calcolo superiore, il P. Celestino Cocle, che in un drammatico incontro a Caserta con il Re Ferdinando Il di Borbone implora ed ottiene la grazia per quattro napoletani condannati alla forca. Ricordò la fede vitale delle opere cristiane che sorregge le anime, e riscalda i nostri templi, che non restano ruderi muti e desolati come quelli del paganesimo. Fu molto apprezzato il discorso dell’illustre avvocato, che parlava in nome della sua Classe e del Foro napoletano, glorificato dal grande e santo avvocato napoletano Alfonso M. dei Liguori.
In nome della scienza tecnica, e, diciamo in particolare, in nome del genio architettonico di S. Alfonso, seguì il Comm. Gino Chierici, il solerte e sapiente Sovraintendente all’arte medievale e moderna della Campania. Nel suo discorso magistrale rilevò i difetti della moderna architettura Sacra, che non sempre s’ispira, come in tempo di fede e di passione ardente all’arte, alle nobili tradizioni Cristiane, per cui egli invoca che l’attuale Basilica di Pagani sia conservata nelle linee architettoniche, nelle sagome, nelle proporzioni allo stile del’700, in cui fu edificata, e ciò anche per un attestato di amore a S. Alfonso, che di suo pugno delineò i disegni di questa Chiesa. Infine ebbe a manifestare il Comm. Chierici il caldo sentimento del cuor suo, quello cioè di aver intrapreso a dirigere i lavori degli attuali restauri per un amoroso servizio di fede a S. Alfonso M. dei Liguori. Anche questo discorso fu ammirato ed applaudito entusiasticamente.
Chiuse la serie Ilei discorsi l’Ec.mo Mons. Arcivescovo Cesarano, che parlava con tenerezza filiale sia alla sua terra natia Pagani, sia alla Congregazione Redentorista a cui appartiene. Con felice pensiero definì la Basilica di S. Alfonso sorgente della pietà cristiana, perché raccoglie le reliquie e lo spirito di quel Santo che, come suprema missione di sua vita, lavorò con la parola e con gli scritti ad accendere nelle coscienze la pietà cristiana. Come la sorgente delle acque viene custodita gelosamente dai tutori della pubblica sanità, e perciò viene rivestita di marmi per la completa sua tutela e vien fatta oggetto li assegni finanziarii del pubblico erario, così oggi la Basilica di S. Alfonso, sorgente di pietà, dovrà non solo esser conservata nella sua integrità architettonica, ma arricchita dei marmi più belli e preziosi che forniscono le nostre feconde cave delle Alpi Apuane nel Carrarese, e nello stesso tempo essere oggetto di generose offerte del popolo credente per una opera si santa ed artistica.
Terminati i discorsi, si eseguì il montaggio di uno dei capitelli marmorei, che affidato ad una potente differenziale, veniva da squadre di operai lentamente e maestosamente sollevato in alto sino al vertice della colonna, sotto l’energica direzione dell’ing. Cav. Roberto Siano della Sopraintendenza di Napoli e dell’Architetto Cav. Felice Talara di Viareggio. Momenti di profonda emozione: il capitello saliva In alto in alto le campane squillavano a festa le note dell’organo si diffondevano per l’ampie volte del Tempio il popolo plaudente cantava a coro pieno l’inno a S. Alfonso il voto ardente ed unanime di vedere iniziati i lavori della Basilica di Pagani era un fatto compiuto. La trina Eucaristica benedizione, impartita da S. E. Mons. Cesarano, suggellò la suggestiva, emozionante e sacra cerimonia che viene a segnare un inizio storico nei fasti della Congregazione di S. Alfonso M. dei Liguori.
Nuovo Proneo
GL' INTERVENUTI
A compimento della cronaca dovremmo elencare gli illustri intervenuti; la brevità dello spazio non cel consente: pure a volo rapido notiamo:
Autorità Ecclesiastiche:
Oltre i quattro sullodati E.mi Vescovi, i RR.mi Canonici della Cattedrale Nocerina con a capo l’Arcidiacono Milano, il Penitenziere Villani, il Cantore Ramaschiello, il Teologo Prof. Mangino, i Canonici della Collegiata di Angri, il R.mo Mons. Eduardo Fabozzi, dell’almo Collegio dei Teologi di Napoli, il Clero e Parroci di Pagani, di Nocera Inferiore e Superiore, di Corbara, di S. Egidio Montalbino e di S. Lorenzo. Il M. R. Ministro Provinciale P. Prisco Pecoraro per la monastica provincia Minoritica di Salerno e Basilicata, il Lettore P. Cinque Ludovico per il convento dei Frati Minori di S. Maria degli Angeli, i MM. RR. Guardiano P. Anselmo ed il Lettore P. Beniamino da Sarno per i Cappuccini: il R.mo Can. Avigliano per il Capitolo di Cava dei Tirreni: Le Suore del Preziosissimo Sangue, del Buono e Perpetuo Soccorso, le Alcantarine, ecc: Le rappresentanze delle Associazioni Cattoliche maschili e femminili della Diocesi. I Redentoristi tutti del Collegio di Pagani, vari Superiori e Padri di altri Collegi, il P. Luigi Nobili, Provinciale della Sicilia, il P. Francesco Mastrorilli Sup. della Comunità di Frosinone. Fra tanti nomi Redentoristi avremo voluto segnare con affetto e soddisfazione filiale anche quelli dei nostri Superiori Maggiori, par troppo il R.mo Generale, P. Patrizio Murray, trovavasi in visita canonica alle Comunità di Olanda : il Vice - Gerente, P . Hudecek ed il Consultore Generale, P. Di Coste, per improrogabili occupazioni di ufficio, non poterono allontanarsi da Roma. Essi anche da lontano inviarono la loro calda adesione e la loro paterna benedizione.
Autorità politiche e civili:
Il Cav. Carulli Commissario di P. S. in rappresentanza del Prefetto di Salerno, impedito per ufficio ad intervenire; i Podestà: di Pagani Cav. Fazio, di Nocera Inferiore Cav. Lacquaniti, di Nocera Superiore avv. Salvi, di Angri Comm. Perris, di Corbara Cav. Avv. Camillo De Vito, quello di Scafati e gli altri Comuni del Mandamento, l’Avv. Ettore Falcone segretario politico di Pagani con tutti i membri del Direttorio, il Dott. Mario Galli segretario politico di Nocera, l’Avv. De Vito Camillo ispettore di zona dei Fasci dell’Agro Nocerino, l’Avv. Cav. Antonio Maria Pretore del Mandamento, il Cav. Vincenzo D’Antonio segretario politico di Angri, il rag . Campitelli
fiduciario della Federazione Artigiani, l’avv. Astarita ff. incaricato federazioni fasciste con il rispettivo gagliardetto, rappresentanze numerosissime di enti, associazioni.
Autorità militari:
il Col. Comm. Brancaccio direttore della Scuola di Artiglieria e comandante del presidio militare di Nocera, il Colonnello Cav. Fosco, il Tenente dei Carabinieri Dott. Polcari, i Comandanti la stazione dei RR. Carabinieri di Pagani, di Nocera e Angri.
Rappresentanze professionali: l’On. Avv. Guerritore, l’Avv. Cav. Ignazio Tortora, l’Avv. Dini - Ciacci segretario capo del Municipio di Pagani, gli avvocati del mandamento: Astarita, Zito, Belpedio, Tortora, Gargano, Angrisani, Lippi, Tramontano, Cesareo, La Femina, l’avv. Carlo De Vivo presidente della Società S. Alfonso, l’avv. Giovanni Cardillo, presidente della Giunta Diocesana, i RR. Notai Cav. Trotta, Cav. Califano, Calabrese e Mauri. I dottori - chirurghi: Cav. Raffaele Canger, direttore dell’ospedale psichiatrica interprovinciale di Nocera, Piccolomini, Desiderio, Galli, Calabrese, Torre,
Tramontano, Cav. Amendola, Contaldi, Pepe, Tagliamonti. Gli Ingegneri: Messina, lanulardi, Parlato, Baroldi, Ferraioli, Bove. I Professori Natisi, Schiavo, Parolisi, Di Chiara, Amendola, Novi, La Mura, Tortora.
Rappresentanze industriali:
Cav. Gabola, Cav. Giordano, Cav. Tortora, De Pascale, Del Forno, Forino, Auletta, Ferrara, Bassano, Napodano, Spera, Gambardella, Buoninconti, Esposito, Ferraioli.
Rappresentanze della Stampa:
dell’ «Osservatore Romano», dell’«Avvenire d’Italia», di Bologna, del «Giornale d’Italia», del «Mattino», del «Roma» del «Popolo di Roma», del «Popolo d’Italia», il rappresentante della Buona Stampa, l’attivo M . R. D. Antonio Russo.
Altre rappresentanze:
Sig. Sabino, direttore della Banca d’America e d’Italia, con il cassiere Luigi Moccaldi, Rag. De Pascale vice - direttore del Banco di Roma, Sig. Dubois in rappresentanza della Società Tramviaria Salerno - Pompei, il Comm. Frefel direttore della Società Marmifera Nord - Carrara, venuto espressamente da Milano, il Cav. Arturo d’Ischia rappresentante della Nord Carrara per il Mezzogiorno d’Italia, il Prof. Paolo Vetri, professore dell’Istituto delle Belle Arti di Napoli: i Direttori dell’ufficio postale, delle Imposte di Consumo, della Ricevitoria, del Registro. Fu per tutti una vera ora di godimento spirituale che lascerà un ricordo indelebile.
6 pensieri riguardo “1930. Solenne inizio dei lavori di restauro della Basilica”
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